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VISITA IL MIO PROFILO FACEBOOK: Gian Domenico Mazzocato IL ROMANZO GIÀ FINALISTA ALLO STREGA E PREMIO DELLA GIURIA AL CRISTINA CAMPO IL CASTRATO DI VIVALDI ALLA SECONDA EDIZIONE Dalle nebbie del Polesine a una Venezia notturna, a Parigi, a Londra, fra mille avventure la storia inedita, emozionante e sontuosa di un personaggio affascinante, tutto da scoprire e da amare. Così Antonia Arslan, una delle più grande scrittrici italiane, per la seconda edizione de IL CASTRATO DI VIVALDI. Con la cessazione de LA BIBLIOTECA DEI LEONI, primo editore del romanzo già Selezione finale allo Strega, anche il romanzo andava un po’ a morire. Gli ha dato nuova vita la DIASTEMA EDITRICE di Mara Zia (presidente) e Paolo Schiavon. La DIASTEMA è l’unica casa editrice italiana che ha una collana espressamente dedicata alla narrativa musicale. Organizza da tempo il premio letterario Da Ponte cui da qualche tempo è stata affiancata una sezione riservata ai giovani. Una dote inaspettata, una violenza indotta dalla miseria e dall’ignoranza che portano a fama e grandezza. Ma anche – e soprattutto – odio, disperazione, solitudine. Il romanzo racconta la vicenda di Angelo Sugamosto detto lo Zerino, che nasce nel 1720 in Polesine – una terra assediata dalla fame e dall’acqua – viene educato a Venezia da Antonio Vivaldi, conosce Goldoni, calca i più importanti palcoscenici d’Europa, frequenta Händel, Casanova, i Tiepolo. Ciononostante Angelo Sugamosto è un eroe dolente e turbato, e in lui nascono risentimento e desiderio di vendetta: odia la propria condizione che non gli consente una vita normale e la possibilità di avere figli; odia i propri genitori. Per leggere altro clicca qui. DOPO IPSE DIXIT, LATINO 2.0 UN VADEMECUM PER CHI AMA IL LATINO (MA SOPRATTUTTO PER CHI NON LO CONOSCE) “Questo Latino 2.0 nasce da una piccola sfida lanciatami dal mio editore Angelo Pastrello. Dopo il grande successo di Ipse dixit avrei dovuto cimentami con un libro divertente, capace di coinvolgere anche chi non sa il latino o ne ha sbiaditi ricordi dalla sua esperienza scolastica. Lui dice che ci sono riuscito, io lo spero vivamente”. Il latino lingua morta? Quando mai. Viva, vivissima anzi. Come dice, rivolgendosi agli studenti, Ivano Dionigi, professore emerito di lingua e letteratura latina e presidente della Pontificia Accademia di Latinità, “care ragazze e cari ragazzi incontrerete scrittori che parleranno a voi e di voi, perché interpretano le contraddittorie ragioni del cuore: entusiasmi e delusioni, vittorie e sconfitte, gioie e sofferenze. Che lo studio del latino vi appassioni e vi arricchisca grazie alla bellezza stupenda e tremenda di quella cosa che chiamiamo vita”. Parole come civitas, res publica, humanitas, pietas (e molte, moltissime altre) hanno segnato la storia della cultura occidentale e sono vivissime, alla base della nostra società. L’eredità che ci ha lasciato il latino è enorme. Incommensurabile, anzi. In tutte le lingue e non solo in quelle cosiddette neolatine che ne derivano direttamente. In molti campi diversi dello scibile umano, dal diritto alle scienze naturali. Una lingua morta? E quando mai. Lo spagnolo, il rumeno, l’italiano sono il latino di oggi, frutto di una evoluzione. Il latino è la madre (linguisticamente parlando) di miliardi di persone. Un’eredità così densa e imprescindibile che si può tranquillamente dire che noi parliamo latino sempre e comunque. Ho compilato un elenco di frasi e situazioni che più o meno ci sono quotidiane. Nei tempi della rete, di internet, dell’intelligenza artificiale… noi continuiamo a parlare latino. Latino 2.0 è abbinato a molti quotidiani italiani, si trova in libreria e su tutte le piattaforme digitali, è ordinabile online nel sito di Editoriale Programma. Per saperne di più clicca qui. CRETA, CULLA DEGLI DEI Che dolce scoperta l’isola di Creta. Cnosso, Festo, Gortina, Arkadi, Matala, Retymno, Chania… Quando, studentello padovano, seguivo le lezioni di due maestri come Oddone Longo e Carlo Diano, sognavo la patria della lineare A e della lineare B, le due scritture usate dai Cretesi. La A ancora misteriosa. Creta, culla degli dei. Qui nacque Giove. Suo padre, Cronos, vedeva in tutti i figli possibili concorrenti al potere e li mangiava. Sua madre Rea lo nascose sul monte Ida. Una terra che non si è mai appartenuta. Dopo lo splendore dell’età minoica, qui arrivarono Micenei, Greci, Bizantini, Veneziani, perfino Genovesi, Turchi. Fu anche a lungo romana. Quinto Cecilio Metello la conquistò, tra 69 e 67 a. C., per combatterne i pirati. Nel 27, sotto Augusto, divenne provincia assieme alla Cirenaica fino alla spartizione dell’impero. Solo nel 1913 si unirà, in forza del trattato di Londra e dopo il buio periodo delle guerre balcaniche, allo stato greco. Per leggere il diario di viaggio (e vedere molte foto) clicca qui. SE LA VOCE SI FA URLO Arrivo così alla mia quarta silloge di poesia, dopo Il fuoco vecchio, Straniarsi è qui, Dalla selva delle esili memorie. Il nucleo denso sono i versi nati durante la pandemia. Il senso del sacro, la memoria, i luoghi che riaffiorano con geografia prepotente, la mia Treviso vuota, la voglia di rinascere. Mi ha incoraggiato ( e mi ha scritto la prefazione) una delle voci altissime della poesia italiana, il poeta bolognese Loretto Rafanelli. È certamente un libro che mi racconta molto, con ogni fragilità e ogni paura. Devo un grazie al mio editore Angelo Pastrello di Editoriale Programma. E anche a Marilena Ferrara che ha seguito con affetto la grafica del volume. Il libro è dedicato ad una bambina, Alice. Per cui ho riproposto anche alcuni straordinari versi di Emily Dickinson: Non sapendo quando l’alba possa venire / lascio aperta ogni porta, / che abbia ali come un uccello / oppure onde, come spiaggia. Per leggere la prefazione di Loretto Rafanelli e una antologia delle liriche, clicca qui. ABRUZZO MISTERIOSO E INEDITO IL TERRITORIO FERITO CHE VUOLE RIALZARSI L’AQUILA, LA CITTÀ LIBRO (con la Fondazione Feder Piazza, 12-17 settembre 2021) Nel cuore dell’Abruzzo, a Bominaco, ai piedi del Velino, esiste un complesso di affreschi (470 metri quadrati!) che letteralmente avvolgono il visitatore. Qualcuno ha scomodato la Cappella Sistina per trovare un paragone possibile. È l’oratorio di san Pellegrino, più che millenario. E quanti altri segreti di bellezza cela in sé questo straordinario territorio. Sconosciuto, inedito. Sulla piana di Navelli (dove si trova Bominaco) si coltiva con infinita pazienza lo zafferano, la spezia che viene dall’Oriente e che vale oro. Un altro segreto prezioso, un’altra scoperta da fare. Al centro c’è l’Aquila, città d’acqua (come dice il nome, in cui il rapace c’entra poco), la città terribilmente ferita dal sisma del 2009. Il terremoto questa gente ce l’ha scritto nel sangue. Insieme alla capacità di ripartire e ricostruire. Lo si legge nei muri. Case, piazze, chiese. Qui, proprio a causa dei ricorrenti terremoti, si sono stratificati e mescolati Medioevo, Rinascimento e Barocco. Per cui comprendiamo che l’Aquila è una città libro, da sfogliare con estrema attenzione. Una cultura che si fa amare già al primo impatto. I borghi conficcati come chiodi di pietra su scoscesi pendii. Il Gran Sasso, il Velino, i fiumi brevi e nervosi, le montagne scavate dalle acque. Uno scrigno naturale che conserva il prezioso, secolare lavoro dell’uomo. Per leggere il reportage di viaggio, clicca qui. IL CASTRATO DI VIVALDI http://www.bibliotecadeileoni.com/shop/narrativa/il-castrato-di-vivaldi/ Angelo Sugamosto nasce il primo ottobre 1720 in un miserabile Polesine, assediato dalla fame e dall’acqua. Ha una voce bellissima e il suo parroco, don Mira, decide che la deve conservare. E lo porta a Venezia per farlo castrare. Mai, se si esclude una novella di Balzac, il castratismo è entrato nella lettura occidentale. Angelo ha vita avventurosa, amori pieni e amori deludenti. Vivaldi è il suo maestro. Conosce i Tiepolo, Goldoni, Händel, Casanova. Vive a Venezia, Parigi, Londra. La sua vicenda si intreccia con mille altre. Un affresco inedito del Settecento veneto ed europeo. Il mondo dell’inquisizione e della stregoneria. La Parigi sotterraneo e la Senna, universo dei recuperanti e dei contrabbandieri. Venezia, il carnevale, i teatri, le taverne, il gioco d’azzardo. Romanzo di colori, odori. Di sangue e di gioia. Di dolore e di redenzione. Per saperne di più clicca qui: scheda informativa del romanzo e prime pagine della narrazione. TI RACCONTO LA DIVINA COMMEDIA DANTE E IL SUO POEMA, COME UN ROMANZO Nell’anno del centenario dantesco ho pensato ad un omaggio particolare al sommo poeta. Ho cercato di raccontare la vita di Dante e la Divina Commedia come un romanzo. Ho puntato su una lettura piana e semplice (senza note, per intenderci) ma assolutamente rigorosa. Ho narrato vicende, riproposto personaggi, delineato situazioni, sciolto nodi complessi e talora alieni alla cultura contemporanea. Nodi politici, scientifici, teologici, filosofici. Ho pensato soprattutto agli studenti alla ricerca di una inquadratura generale. Non dunque riassunti ma letture integrate da riflessioni e spunti critici. Ho pensato agli adulti che non riprendono in mano il poema dai banchi di scuola e magari lo vogliono ripercorrere in maniera agile. Ho pensato a coloro che proprio dalla lettura di questo libro potrebbe essere indotti a prendere per la prima volta in mano, come dire, l’originale. Dante non si attualizza perché è eterno. Né lo si “traduce”. Ho provato a viaggiare con Alighieri dalle bassure del peccato alle altezze vertiginose delle beatitudini divine. Transitando per il luogo della penitenza e dell’attesa. Mi hanno aiutato molto l’arte e l’intelligenza di una disegnatrice geniale come Marilena Ferrara. Tre regni ultraterreni in cui si racconta un mondo morale e un mondo fisico. Si ritrae una società che proviene dalla cultura cortese e cavalleresca e l’ha sostituita in molti luoghi con le istituzioni comunali. Ma la stessa civiltà comunale è in crisi, preda di faide, risse, volgari interessi di parte. Gli organi politici sono in mano a corrotti e corruttori, concussi e concussori. Una complessità assoluta. Personaggi dalla forte personalità e personaggi di minor rilievo; densi nodi teologici e morali; momenti di tensione assoluta costruiti di volta in volta attorno a paura, sgomento, disagio, attesa, stupore, inconsapevolezza, gioia, amore e odio. C’è un’intera civiltà. Ma c’è anche l’uomo colto nella sua essenza, al di là delle contingenze di tempo e spazio. Abbinato a molti quotidiani italiani e in libreria. Lo si può ordinare online (https://editorialeprogramma.it/). Per leggere l’introduzione, la vita, una scheda delle opere e una antologia dei canti clicca qui. ETERNO FEDRO, WALT DISNEY DI DUEMILA ANNI FA (CON UN OCCHIO AI BAMBINI) Mancava in Italia una traduzione delle favole di Fedro (per tanti legato al latinorum delle esercitazioni scolastiche) esplicitamente rivolta ai bambini. Linguaggio semplice e straordinarie illustrazioni di una grande disegnatrice come Marilena Ferrara. Questo mio lavoro è stato edito da Editoriale Programma di Angelo Pastrello. Una presenza ormai importante nell’ambito dell’editoria italiana. Fedro, scrittore romano di origine greca, riprende con genialità gli scritti del suo conterraneo Esopo. Aggiunge ambientazioni e personaggi bizzarri. Favole che non invecchiano. Recitano una lezione ancora attuale. E gli animali parlano da sempre alla nostra fantasia. Da Fedro ed Esopo a La Fontaine, Perrault e… Walt Disney. Un tesoro d’intelligenza, ironia e buonsenso che merita di essere tramandato alle nuove generazioni. Il libro è abbinato a molti quotidiani italiani, è in libreria, lo si può ordinare online (https://editorialeprogramma.it/). È stato presentato a Radio Vaticana il 29 novembre 2020, nell’ambito della rubrica Anima Latina condotta da Fabio Colagrande (disponibile in podcast: https://www.vaticannews.va). Per saperne di più clicca qui. CON MELVILLE E CON DON FERVIDO Numero monografico (29) de IL CORSARO NERO, la prestigiosa rivista salgariana che è diretta da Claudio Gallo e che ha tra i suoi “padri spirituali” Raffaele Crovi, Claudio G. Fava, Mino Milani, Darwin Pastorin, Bianca Pitzorno. Una larga sezione è dedicata monograficamente a Herman Melville, il geniale inventore di Moby Dick. Ospita anche un mio intervento, INSEGUENDO IL LEVIATANO. Moby Dick è probabilmente il libro più alto che io abbia mai letto. Ha dentro tutto: amore, odio, paura, gioia, rabbia, delusione. È il mondo, l’universo. Ed Herman Melville (1 agosto 1819, New York – 28 settembre 1891, New York) è un genio assoluto. Così potente da ispirare mille altre scritture. Anche la mia. Così, quando mi è stato chiesto un contributo, ho proposto, da uno dei miei romanzi IL DELITTO SULLA COLLINA PROIBITA, un brano di ispirazione melvilliana. Don Fervido, il prete protagonista del mio libro, prima di essere ordinato sacerdote ha molte esperienze diverse. È con i soldati al comando del generale boia Bava Beccaris e spara sulla folla inerme di Milano nel 1898. E poi approda nell’isola di Nantucket da cui parte per dare la caccia alle balene. Per leggere il mio contributo clicca qui. IN DIALOGO CON L’ACQUA DI VENEZIA IL PREMIO “AQUE SLOSSE” 2020 Con la lirica Aqua (filastroca par Venessia) ho vinto il prestigioso premio per la satira “Aque Slosse” bandito dall’omonima accademia di Bassano del Grappa. Da sempre racconto il Veneto inedito degli ultimi e dei personaggi borderline, da Il delitto della contessa Onigo a Il bosco veneziano, da Il caso Pavan a Il castrato di Vivaldi . Questa volta mi rivolgo all’acqua di Venezia, con una dichiarazione di amore e odio, per tutto il bene che rappresenta e per tutto il male che sa fare. Aqua bissa, aqua serpenta / aqua mai sassia, aqua sensa anguane / aqua sprota, aqua cativa / aqua che siga, aqua che tase, una sorta di litania. Un canto di partecipazione, di dolore e di speranza. L’aqua te ga fata granda Venessia. / Deso a te copa. / Ea. / E el malfar dei omeni, concludo. Ho scritto sotto la suggestione di un’acqua alta particolarmente distruttrice e dei problematici, talora drammatici tentativi del Mose. Qualche verso buttato giù in treno di ritorno da un vano tentativo di raggiungere la biblioteca Correr in piazza san Marco. PER LEGGERE LA LIRICA (CON TUTTE LE SPIEGAZIONI DI CARATTERE LINGUISTICO) clicca qui. HO SCOPERTO UN GRANDE MEMORIALE DI GUERRA IL 29 LUGLIO QUANDO CHE MATURA IL GRANO LUIGI LONGHIN, DA PARÀ A RESISTENTE Luigi Longhin nasce a Cappella Maggiore il 30 agosto 1915. Il padre Antonio è benestante, ha una grande casa al centro del paese. Ma si lancia in investimenti fallimentari che sprofondano la famiglia nei debiti. Luigi, per tappare il buco, lascia la scuola enologica di Conegliano e nel 1937 si arruola tra i volontari che combattono in Spagna a fianco di Franco. Fardello pesante per lui, profondamente libertario e antiautoritario. Manda a casa soldi, ma suo padre brucia anche quelli. Lui torna e trova impiego come maggiordomo presso una nobile famiglia di Napoli. Questa volta paga personalmente i creditori. Una nuova guerra è alle porte. Si trova ad un bivio: partire con la spedizione italiana in Russia o arruolarsi come paracadutista. Sceglie il paracadute. Dalla sua esperienza militare esce questo diario di guerra, edito per i tipi dell’ISTRESCO (Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della Marca trevigiana). Il titolo originale del manoscritto è Umane vicende di un parà in guerra. Paracadutato nella Sicilia in cui sono già sbarcati gli Americani, risale l’Italia e matura la sua scelta di resistente. Un racconto senza enfasi, antiretorico, distante dall’epopea. Una testimonianza senza mediazioni, diretta. Che convince ed emoziona il lettore, anche per la ricchezza di informazioni inedite. Nel dopoguerra Longhin si trasferisce a Bolzano, impiegato alle poste e impegnato nell’associazionismo e nel sociale. Muore il 12 aprile 2003 per i postumi di un incidente. Per leggere la mia prefazione clicca qui. DA ROMOLO E REMO A TARQUINIO IL SUPERBO, UN ROMANZO IL PICCOLO LIBRO DEI SETTE RE DI ROMA Dopo IPSE DIXIT e IL PICCOLO LIBRO DEGLI DEI E DEGLI EROI GRECI, continua il mio personale racconto della classicità. Dal Dramma di Rea Silvia, dai mitici tempi della fondazione e Romolo a Tarquinio il superbo. Un vero e proprio romanzo. Un luogo è bellissimo e fertile. Tante colline, non molto alte, a due passi dal mare. Dolci e vasti avvallamenti tra l’una e l’altra. Posto buono da costruirci capanne riparate e, in caso di necessità, fortificazioni possenti. Poco più in là il fiume immenso, una barriera naturale. Nasce a nord, molto lontano, da montagne selvagge. Qui però, proprio vicino alla sua foce, una grande isola spezza la corrente in due rami e lo rende in qualche modo guadabile. Cosa è accaduto duemila e settecento anni fa sulle coste del Lazio, a sud dei territori occupati e presidiati dalle dodecapoli etrusche? Sul territorio si sono stanziate popolazioni di ceppo latino. I Latini parlano una lingua indoeuropea e sono arrivati qui nel II millennio a.C. dall’Europa centrale danubiana. Per un qualche indecifrabile concorso di fattori, nel territorio su cui sorgerà Roma, si ritrova un gruppo di uomini, un po’ agricoltori, un po’ cacciatori. Ma soprattutto briganti e predoni. Hanno bisogno di un luogo dove tirar su un muro di difesa. Di una base per le loro scorrerie, forse. Nel libro trovate anche un PICCOLO PRONTUARIO DI VITA ROMANA. Com’era la vita nell’antica Roma. All’interno il testo integrale del capitolo dedicato a Tarquinio Prisco, certo la figura più complessa tra i sette re. E alcune voci del PRONTUARIO. Provo a raccontare partendo dai miei studi e lavori sui storiografi antichi. Il lettore ci troverà soprattutto una verità: la brutta politica, truce e fatta di intrighi e corruzione, non ce la siamo inventa noi. Per leggere clicca qui. IL CASTRATO DI VIVALDI ALL’ATENEO DI TREVISO Nell’ultimo volume degli ATTI E MEMORIE dell’Ateneo di Treviso è ospitata la conferenza che ho tenuto il 27 aprile 2018 per il più antico sodalizio culturale di Treviso (ne sono stato presidente per sei anni, due mandati). Il titolo è EUNUCHI O CASTRATI? UN VIAGGIO NEL SETTECENTO DELLA MUSICA E DEI TEATRI EUROPEI. Partendo dal mio romanzo IL CASTRATO DI VIVALDI, nella rosa finalista del premio Strega 2017, ho raccontato la mia ricerca in un ambito che era per me del tutto inesplorato. Sono partito dall’input di un grande musicista e virtuoso dell’oboe, il maestro Giuseppe Nalin, e ho indagato sulla traccia di Angelo Sugamosto, un castrato nato in Polesine e di cui si erano smarrite le tracce. Un giallo letterario che è anche in assoluto il primo romanzo europeo in tema di castratismo. Curiosità di un mondo scomparso, una vicenda che appartiene alla storia del costume, i misteri delle corti d’Europa, i grandi personaggi del Settecento. Vivaldi, Goldoni, Casanova, Händel… Per leggere il testo del mio intervento clicca qui. VI RACCONTO I MIEI DEI E I MIEI EROI (E GIASONE NARRA LA STORIA DEL MONDO) “Prima della scienza, prima della religione, c’è il mito” dice Robert Graves. Così per una idea di Angelo Pastrello (Editoriale Programma) e con le straordinarie illustrazioni di Marialetizia Pivato (suoi anche la copertina e il mio ritratto in vesti apollinee che ha voluto inserire nel libro e che riproduco qui in homepage) mi sono messo a raccontare i miti che hanno popolato il mio immaginario e hanno deciso la mia esistenza, i miei studi, le mie ricerche culturali. A modo mio. Completano il volume tante schede curiose (lo sapevate che il cavallo di Troia… non era un cavallo? E che la storia di Orfeo che discende nell’Ade per recuperare la sua Euridice si può raccontare in altro modo?) e un indice analitico con un migliaio di nomi. Ho narrato gli dei dell’Olimpo e dell’Ade, Troia e il suo mito, Odisseo l’eternauta, Eracle con le sue mille fatiche. Soprattutto Giasone e la ricerca del Vello d’Oro. Giasone ci invita a salire a bordo della magica nave Argo in compagnia degli Argonauti. Le avventure che lui e i suoi compagni affrontano prefigurano tutte le storie, le fiabe e le favole, i romanzi e i poemi che l’umanità avrebbe infinite volte riscritto nei millenni a seguire. Nell’impresa degli Argonauti c’è già la storia del mondo. La dedica è per mia moglie. A Egle. È grazie a lei se so che scrivere è aprire finestre. Cioè le anime dei lettori. All’interno riproduco alcuni brani del capitolo relativo a Giasone e alcune delle illustrazioni. PER LEGGERE CLICCA QUI UNA GUIDA DI TREVISO “DIVERSA” SCRITTA DA MARCO BOSCOLO, FILOSOFO, GIORNALISTA E VIAGGIATORE Marco Boscolo (Montebelluna, 1979) è un filosofo e giornalista di grande talento. Ha viaggiato in Europa, Asia e Africa realizzando audiodocumentari, reportage e video. In questi mesi ha scritto una guida di Treviso, molto eccentrica (nel senso alto del termine, molto personale, molto inedita), curiosa, indagatrice. TREVISO / UNA GUIDA (Odos Editrice, collana Incentro, Udine). “Ho scritto, dice Boscolo, per provare a specchiarmi nelle acque di una città dove affondano le mie radici ma che non ho mai capito fino a quando non me ne sono allontanato”. Molto vero, affascinante. Libro da scoprire. Una narrazione più che una descrizione. L’autore ha voluto farsi carico anche di punti di vista diversi dai suoi e ha chiesto ad alcuni intellettuali di raccontare la “loro” Treviso. Cinque fotografie d’autore. Quelle che ho scattato io: TREVISO CRIMINALE (ho naturalmente raccontato il delitto della contessa Onigo, accaduto proprio in centro l’11 marzo 1903); TREVISO CITTÀ D’ACQUE / 1 (il Sile, la restera, le mie avventure infantili sul grande fiume); TREVISO MISTERIOSA (l’enigmatico cuore di Francesco di Sales che stilla ancora sangue a secoli dalla morte); TREVISO CITTÀ D’ACQUE / 2 (le risorgive del Botteniga e i Cagnani); TREVISO DEI CAMPI (il tesoro di un antico tempietto sperduto nella campagne di San Pelaio, anche se io preferisco il più terragno San Paè, e le acqueforti del grande Francesco Piazza). Per leggere i miei testi clicca qui. VERSO IL VALLO DI ADRIANO COI LEGIONARI DI ROMA IL PAESE COL CIELO AI LATI Il paese col cielo ai lati. L’espressione, suggestiva e narrante insieme, è di Maurizio Patti, la nostra favolosa, coltissima guida nel viaggio compiuto in Inghilterra, a cura della Fondazione Feder Piazza che si è appoggiata all’eccellente Real World Tours. Sbarcati a Londra e risaliti verso nord, meta il Vallo di Adriano che quasi duemila anni fa segnava il confine del mondo romano. Il confine della civiltà. Avevamo davanti la favolosa Holy Insland, rovine e croci celtiche. Finestra sul tempo. Col castello normanno a picco sul mare. E la bassa marea, naturalmente. Perché quando l’acqua sale qui non si accede. Un’isola tidale, come si dice. Ho raccontato, come faccio ormai da tempo, il mio viaggio in presa diretta su facebook. Un post dietro l’altro. È una formula di successo. Mi hanno seguito centinaia di follower. Il loro grazie mi ha ripagato. Riprendo quelle brevi didascalie (esattamente come mi sono venute, maiuscole evidenziatrici comprese) che ho postato in continuazione. Per leggere il testo e vedere tante, tantissime foto clicca qui. TRENT’ANNI DI FEDER PIAZZA La fondazione ispirata alle figure dell’artista Francesco Piazza e dell’educatrice Anna Maria Feder (www.fondazionefederpiazza.org, www.francescopiazza.it, Strada dei Biscari 22 – 31100 Treviso) arriva al suo trentesimo anno di vita. E traccia il bilancio di tre decenni di servizio in questo bel libro LA CHIARA TENDA DI ANNA E CHECCO. Ho avuto il privilegio di scrivere il saggio introduttivo in cui delineo il profilo biografico e morale di questi due grandi personaggi che, in modi e in campi diversi, hanno segnato la storia del nostro territorio. Al libro hanno collaborato Lino Bianchin, Giorgio Forlin, Ermenegildo Guidolin, Costanza Poli, Solideo Nevio Saracco, Gianni Tosello. Impaginazione e grafica di Augusto Pizzolato. La sera del 28 luglio 2019 la Fondazione ha celebrato l’evento con un concerto del quartetto d’archi VenHethos Ensemble e della corale I Cantori di Santomio nella splendida location dell’Abbazia di sant’Eustachio di Nervesa, di recente restaurata. Qui monsignor Giovanni della Casa ha scritto il suo celebre Galateo. Qui hanno fatto rifulgere il loro genio Gaspara Stampa e Pietro Aretino. Per leggere il testo del mio saggio clicca qui. LA TERRA DEGLI DEI E DI POLIFEMO LA DOLCE MALATTIA DEGLI OCCHI Egle ed io siamo appena tornati da Catania, ospiti del nostro fraterno amico Elio Camilleri, il filosofo cugino del grande Andrea. Una settimana bellissima, densa di incontri e di cose nuove. Magari già viste in altre viaggi ma presentate in modo inedito grazie alle persone che Elio ci ha fatto incontrare. Un po’ di tutto. La rutilante pescheria, un microcosmo. I borghi di Aci Trezza e Aci Castello, carichi di ricordi storici e letterari. La...
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